Gli impianti di pompaggio hanno un ruolo cruciale per la flessibilità e resilienza del sistema elettrico nazionale e sono la migliore risorsa per la risoluzione delle congestioni di rete.
Edison considera l’energia idroelettrica, che è la principale fonte rinnovabile programmabile, un asset strategico per la transizione energetica. Infatti, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e per il Clima – PNIEC, prevede l’installazione di nuovi sistemi di accumulo per oltre 10 GW entro il 2030, di cui 6 GW utility scale, tramite pompaggi idroelettrici ed accumuli elettrochimici. Inoltre, sulla base dei più recenti scenari, Terna e Snam hanno rivisto al rialzo la capacità di accumulo necessaria al 2030 in 8,9 GW da impianti utility scale.
I pompaggi idroelettrici
Gli impianti di pompaggio, che rappresentano ad oggi la tecnologia di accumulo più matura, costituiscono una risorsa strategica per il Paese, stante la capacità di fornire – in tempi rapidi – servizi pregiati di flessibilità, necessari all’efficiente integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili (eolico e fotovoltaico) nel mix energetico, assicurando al contempo adeguatezza, qualità e sicurezza del sistema elettrico nazionale.
Flessibilità e sicurezza
All’interno del quadro delineato sui sistemi di accumulo, un ruolo strategico è giocato dai pompaggi idroelettrici. I sistemi di accumulo idroelettrico mediante pompaggio rappresentano, infatti, una fonte chiave, in grado di offrire maggiore flessibilità e sicurezza al sistema energetico rispetto alle fonti fossili, facilitando anche l’integrazione delle FER. La tecnologia idroelettrica contribuisce alla sicurezza di approvvigionamento energetico riducendo la possibile dipendenza da fornitori esteri di materie prime critiche e rafforzando la competitività del settore energetico nazionale.
I sistemi di accumulo al 2030
Diversamente dal funzionamento del passato dove i sistemi di accumulo assorbivano nelle ore off-peak e generavano nelle ore di picco, i nuovi sistemi di accumulo assorbiranno energia durante le ore centrali della giornata (quelle con carico residuo negativo e massima produzione da parte delle RES) e produrranno nelle restanti ore (ovvero, quando la produzione di RES è bassa), consentendo di:
- coprire il fabbisogno nelle ore di alto carico e lo scarso contributo delle fonti rinnovabili non programmabili;
- ridurre le congestioni di rete e l’overgeneration;
- fornire servizi di rete grazie all’elevata flessibilità che li caratterizza.
Si tratta di infrastrutture strategiche necessarie al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione poiché consentono l’integrazione efficiente delle fonti rinnovabili nel sistema. Gli impianti di produzione da fonte di energia rinnovabile (FER), specialmente eolica e fotovoltaica, sono dipendenti dalla disponibilità della fonte primaria, ad esempio sole o vento, per loro natura intermittenti. Con la massiccia diffusione delle FER, il sistema elettrico nazionale si espone a momenti della giornata in cui la produzione da FER supera la domanda di energia elettrica – overgeneration – con conseguente necessità di disporre di adeguata capacità di accumulo al fine di non dover ricorrere al taglio dell’energia prodotta. Tale energia accumulata potrà essere poi immessa in rete quando, viceversa, il fabbisogno di energia elettrica sarà superiore alla produzione da FER. In aggiunta, gli impianti FER sono localizzati maggiormente lontano dai centri di consumo, causando potenziali congestioni della rete di trasmissione, specialmente da Sud verso Nord. Per queste motivazioni, il sistema elettrico nazionale necessita di sistemi di accumulo che permettano di immagazzinare l’energia elettrica in eccesso rispetto alla domanda nelle ore a maggiore generazione rinnovabile e rilasciarla nei momenti caratterizzati da un carico residuo, ovvero da una differenza tra domanda di energia e produzione di elettricità da fonti rinnovabili non programmabili, particolarmente elevato.
Lo studio The European House – Ambrosetti
Con l’obiettivo di favorire la realizzazione di nuovi pompaggi idroelettrici in Italia, The European House – Ambrosetti ha realizzato un modello d’impatto di due possibili alternative regolatorie: un modello che discende dal DCO 393 di ARERA e un modello “in parte a mercato”.
Il potenziale dei pompaggi idroelettrici in Italia
I messaggi chiave dello studio
La competitività industriale della tecnologia idroelettrica in Italia, a cui sono riconducibili i pompaggi, rappresenta un unicum a livello europeo: la filiera italiana dell’idroelettrico vale circa 28 miliardi di Euro di produzione e 15 miliardi di Euro di export e costituisce un asset fondamentale per il Paese.
Primi 10 Paesi in Unione Europea per valore della filiera idroelettrica (valori in miliardi di Euro e in percentuale sul totale), 2020. Fonte: The European House – Ambrosetti, A2A, Edison, Enel, “Le concessioni idroelettriche in Italia: incertezze e opportunità per il rilancio del Paese”, 2023.
Esborso annuo a copertura del premio fisso per l’operatore (milioni di Euro all’anno). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su fonti varie, 2023.
Gli obiettivi di Edison
Edison, con l'obiettivo di rafforzare l'impegno nell'accompagnare il Paese nella sfida della transizione energetica, è in prima linea nella promozione e sviluppo di nuove soluzioni di flessibilità, ed in particolare dei sistemi di accumulo mediante pompaggio idroelettrico. A tal fine, Edison ha inserito nel proprio piano di sviluppo delle fonti green al 2030, una quota di nuova capacità di pompaggio idroelettrico pari ad almeno 600 MW, dislocata nel Sud Italia e nelle Isole.
Il piano di sviluppo
I progetti in sviluppo prevedono la realizzazione di impianti di “pompaggio puro” partendo da un invaso esistente da collegare ad un bacino di nuova realizzazione. Il funzionamento di un pompaggio puro è assimilabile ad un “ciclo chiuso” in cui il volume d’acqua prelevato dall’invaso di valle e accumulato nell’invaso di monte, in fase di pompaggio (accumulando energia dal sistema), viene poi interamente restituito all’invaso di valle mediante il rilascio delle acque dal bacino di monte, in fase di generazione (restituendo energia al sistema).
La realizzazione di tali impianti consentirebbe di investire significative risorse private con positive ricadute nelle filiere nazionali e benefici socio-economici delle comunità locali.
La compatibilità ambientale
Tali impianti, oltre a supportare il raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione, possono svolgere un ruolo significativo per il miglioramento del patrimonio infrastrutturale idrico esistente attraverso il recupero e la valorizzazione degli invasi già presenti sul territorio e alla realizzazione di nuovi bacini, garantendo una gestione efficiente della risorsa idrica e contribuendo a limitare i rischi conseguenti ad eventi climatici estremi (ad esempio, per il contrasto ai fenomeni di siccità o di piena).
Recentemente Edison ha ottenuto giudizio positivo di compatibilità ambientale deliberato dal Consiglio dei Ministri in riferimento al progetto “PESCOPAGANO - Progetto di Impianto di Accumulo Idroelettrico mediante pompaggio ad alta flessibilità”.