Di notte, il pianeta blu diventa arancione. Le immagini dallo spazio rivelano una terra disseminata di zone incandescenti, provenienti spesso dall’illuminazione delle metropoli. Se Hong Kong con le sue torri resta la città più abbacinante del mondo, la Francia da sola conta oltre 11 milioni di luci notturne. Nel 2014, rappresentavano il 12% del consumo elettrico del paese. A parte offuscare la via lattea, l’inquinamento luminoso spezza i cicli naturali e perturba la migrazione degli uccelli, la vegetazione o la riproduzione degli insetti. L’essere umano non è risparmiato e può andare incontro a disturbi del sonno, desincronizzazione o addirittura obesità.

Molte innovazioni cercano di rendere le città più soffuse e permetterci nuovamente di godere delle stellate notturne, vediamo quali.

Kara: 70% di risparmio sulla spesa energetica e per l’illuminazione grazie a Kara, il lampione intelligente. Sviluppato dalla società francese Kawantec, non funziona tutta la notte invano, ma si accende a seconda delle necessità. I suoi sensori sono dotati di lenti che analizzano i diversi settori della strada e individuano i movimenti, la loro velocità, la dimensione e le traiettorie. Sulla base di queste informazioni, il computer centrale, inserito nel lampione stesso, identifica se il nottambulo è un pedone, un ciclista o un automobilista e decide il livello di illuminazione. L’intensità della luce aumenta man mano che il passante si avvicina per poi diminuire gradualmente.

I LED di Kara assicurano una variazione sfumata dell’intensità luminosa, evitando i lampeggiamenti che distrarrebbero gli automobilisti e disturberebbero il sonno dei cittadini.

Dopo diversi anni di ricerca e un anno di test condotti a Tolosa e conclusi con esito positivo, la società ha lanciato la produzione in serie.

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Glowee: Le città potrebbero assomigliare a fondali marini grazie a Glowee. La start-up parigina punta sulla biotecnologia per sfruttare la luminescenza di alcune specie marine. Così ha mischiato in una vasca trasparente alcuni batteri con il DNA di animali capaci di produrre luce, come il calamaro. Questi elementi producono una luce delicata e azzurrognola, completamente rinnovabile, indipendente da qualsiasi rete elettrica. Anche se non sarà mai abbastanza intensa da sostituire i lampioni stradali, può servire per illuminare vetrine, monumenti, opere d’arte e contribuire a rendere più soffusa l’illuminazione urbana.

IDair: In fase di progettazione ad opera di un gruppo di studenti dell’università dell’Aia, IDair è per metà lampione e per metà filtro dell’aria, oltre che 100% ecologico. Ispirato al biomimetismo, assume la forma di un albero, le cui foglie nascondono celle fotovoltaiche che ne garantiscono l’autonomia. Le celle alimentano Led che si accendono gradualmente e modulano l’intensità del fascio luminoso a seconda dell’ora e della luce naturale. Illuminano la strada con precisione, evitando l’inquinamento luminoso e la dissipazione di luce verso il cielo. Sono inoltre dotate di rilevatori di movimento e sprigionano solo una debole luce quando la strada è deserta. Di giorno, IDAir muta e riprende le funzioni di un albero: le sue celle fotovoltaiche si trasformano in filtri d’aria.