“Sostenibilità”: è la parola d’ordine delle Olimpiadi contemporanee. Tutela dell'ambiente e riciclo occupano il primo gradino del podio, che si tratti di Giochi estivi o invernali.

In linea con l'Agenda Olimpica 2020 del Comitato Olimpico Internazionale, le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 faranno della sostenibilità un vero e proprio pilastro.

Questo avverrà attraverso politiche responsabili, rispettose dell’ambiente e socialmente virtuose, valorizzando il patrimonio esistente e limitando lo sfruttamento del suolo.

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Delle dodici sedi che ospiteranno l'evento, fra il 6 e il 22 febbraio 2026, solo una verrà costruita ex novo: il Pala Italia nel quartiere Santa Giulia di Milano (15mila spettatori) per l'hockey, destinato dopo i Giochi a diventare spazio polifunzionale. Tre i villaggi olimpici in cantiere: quello di Milano, nella zona dello scalo merci in disuso a Porta Romana, diventerà parte di un campus per studenti; il secondo sorgerà a Cortina d'Ampezzo, nella frazione di Fiames; il terzo, a Livigno, destinato alla Protezione Civile, dopo le Olimpiadi si trasformerà in un centro di allenamento avanzato per gli atleti italiani. Fra le altre novità, lo Stadio Olimpico del Ghiaccio eretto per le Olimpiadi del 1956 sarà rinnovato e ospiterà le gare curling. L’Ice Rink di Baselga di Pinè, "casa" del pattinaggio di velocità italiano, sarà dotato di copertura e 5mila posti a sedere.

Il new deal sostenibile dei Giochi Olimpici è partito da Vancouver dove, per i Giochi invernali del 2010, furono realizzate strutture bioedilizie, misure di mobilità sostenibile, raccolta differenziata e fonti rinnovabili. Ai Giochi estivi di Tokyo 2020 le principali iniziative riguarderanno soprattutto il parco-medaglie, create con apparecchiature elettroniche dismesse, e i cento podi, che verranno realizzati con 45 tonnellate di plastica riciclata e recuperata dai mari e promessi in seguito a scuole e strutture sportive. Già a Rio 2016 quasi un terzo delle medaglie fu prodotto da materiale di recupero.

Se le Olimpiadi segnano, da sempre, la vita delle comunità che le ospitano, l’obiettivo è far sì che la loro eredità sia sempre più eco-friendly e meno impattante sull’ambiente. Cambiare, si, ma in meglio.