Legno e pietra, ma anche sughero, lino, resine, oli e cere vegetali, oltre al cemento puro privo di radioattività. Sono questi i materiali più scelti e usati nella bioedilizia, la nuova tendenza eco-friendly nata dalla necessità di ridurre l'alta percentuale di inquinamento derivante dal residenziale.
Come? Sfruttando l'energia solare, la ventilazione naturale e la temperatura costante del sottosuolo, riducendo i costi di trasporto e gli sprechi e aumentando la durata nel tempo.
E la scelta del materiale dipende da diversi fattori, fra cui origine naturale, processo di estrazione e dispendio energetico. Non solo case, dunque: la nuova edilizia costruisce anche il futuro, rispettando l’ambiente nel presente.
Nel novembre dello scorso anno in Norvegia è stata presentata la prima casa totalmente biologica, con paglia, alghe, erba e steli di pomodoro combinati in compositi. Le abitazioni in paglia di grano si stanno diffondendo da qualche anno in tutto il mondo (meno in Occidente) e qualche mese fa nelle Marche è nata la prima abitazione in paglia di canapa.
Materiali comunemente utilizzati in bioedilizia sono inoltre legno e laterizi microporizzati con farina di legno, per tetti e solai; sughero, lino, kenaf e canapa per l'isolamento. Pitture, vernici e colle si possono ricavare da resine vegetali come quella del pino, oli (lino, soia), cere, gomme e colle vegetali (dragonite, gomma arabica…), ma anche spiriti e coloranti vegetali come olio di rosmarino, alcol, indaco. Il sughero è gettonato per l'isolamento acustico, come il cotone e la cellulosa.