Nella provincia cilena vicino a Santiago del Cile si trova l’Hotel Nodo firmato dallo studio Stein-Suazo Architects che rappresenta l’ultima frontiera della tecnologia applicata alla sostenibilità ambientale. Si auto-pulisce attraverso l'acqua piovana e purifica l'aria replicando le stesse modalità di una foresta. L'ultima frontiera della tecnologia applicata alla sostenibilità ambientale è la facciata dell'Hotel Nodo, firmato dallo studio Stein-Suazo Architects nel distretto di Providencia, non lontano da Santiago del Cile. Novità assoluta per l'America Latina, l'innovativo albergo conferma la personalità “verde” della cittadina cilena e si presenta come una metafora dei boschi del Paese sudamericano, con l'elemento naturale del legno rappresentato con materiali artificiali.
La grande innovazione risiede nelle facciate, ricoperte da 2.300 metri quadrati di lastre Laminam spesse tre millimetri e trattate con tecnologia bioattiva che, grazie alla luce solare, si comportano come un organismo vivente vegetale.
E in un anno purificano tanta aria quanto quella presente in una foresta di 1,5 ettari. Dal punto di vista estetico, l'effetto foresta è garantito dall'affiancamento tra texture di tonalità diverse e moduli con altezze differenti, che producono un senso di irregolarità. Le lastre Laminam soddisfano così il duplice scopo dell'immagine e della funzione. Apparentemente disordinata, la geometria della facciata è realizzata con una logica costruttiva, alternando tre colori che non si ripetono mai allo stesso modo.
La filosofia green di Ricardo Stein è fedelmente fotografata anche dall'interno dell'hotel, con finestre e finiture mirate a ottimizzare il coefficiente di isolamento termico e un sistema HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) che può contare su pompe di calore in cascata, per ridurre al massimo il consumo di energia. Ispirato alla natura, orientato all'ambiente, l'Hotel Nodo aggiunge un’ulteriore significativa sfumatura al concetto di architettura sostenibile.