È l'ora dei top player della tecnologia, nel match contro i cambiamenti climatici. Nella prima giornata dello sciopero mondiale per il clima, Google e Amazon hanno annunciato significative novità sul fronte delle energie rinnovabili, tramite i rispettivi CEO Sundar Pichai e Jeff Bezos.
Google ha comunicato la sottoscrizione di 18 nuovi contratti energetici fra Stati Uniti, Cile ed Europa (Finlandia, Svezia, Belgio e Danimarca), per un totale pari a 1.600 megawatt provenienti da eolico e fotovoltaico. Sul piatto anche due miliardi di dollari per la costruzione di impianti in tre continenti: in cantiere milioni di pannelli solari e centinaia di turbine eoliche. L'accordo in Cile prevede per la prima volta la realizzazione di impianti ibridi ovvero in grado di generare energia pulita sia dal sole sia dal vento con la stessa infrastruttura, minimizzando l’impatto di pannelli e pale sul territorio.
Roboante e ambizioso anche l’obiettivo di Amazon, che ha invitato altre aziende a firmare "The Climate Pledge", un impegno per la riduzione dell'impatto ambientale, e si propone di anticipare gli accordi di Parigi di un decennio. Come?
L'alimentazione da rinnovabili dovrà raggiungere l'80 per cento entro il 2024 e coprire l'intero fabbisogno energetico di Amazon entro il 2030, per poi arrivare all'obiettivo finale del "carbon neutral", vale a dire nessun impatto sulle emissioni, entro il decennio successivo.
Amazon investirà 400 milioni di dollari in Rivian, produttore di veicoli elettrici senza emissioni, con sede nel Michigan: la nuova flotta di 100 mila furgoni “green” eviterà 4 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio l'anno.
L’importanza di queste iniziative è riassunto nelle parole dello stesso Jeff Bezos: smettere di essere parte del problema e fare davvero la differenza nel proporre soluzioni.