Edison, Confindustria Venezia e Assindustria Venetocentro al fianco delle imprese venete per la decarbonizzazione della regione
In Veneto, regione virtuosa per investimenti in efficientamento energetico e decarbonizzazione, in particolare nell’industria, è possibile ridurre la spesa energetica delle imprese di 4,6 miliardi di euro, diminuendo al contempo le emissioni di 11,3 milioni di tonnellate di CO2 in 15 anni grazie all’autoproduzione e all’efficienza energetica.
Il tema è stato discusso nel corso del webinar organizzato da Edison, Confindustria Venezia e Assindustria Venetocentro che ha visto la partecipazione di 60 imprese locali, l’introduzione della Fondazione Edison e la presentazione di uno nuovo studio sull’energia e la competitività in Veneto da parte del Politecnico di Milano e dell’Università di Padova.
Marghera, 8 luglio 2021 – La Regione Veneto registra consumi finali di energia pari a 9,76 MTEP (Milioni di Tonnellate Equivalenti di Petrolio) all’anno pari all’8,5% dei consumi totali nazionali. In particolare, secondo i dati dello studio ‘Energia e competitività in Veneto’ a cura del Politecnico di Milano, presentati durante il webinar organizzato da Edison in collaborazione con Confindustria Venezia e Assindustria Venetocentro, il comparto industriale della Regione Veneto risulta più «efficiente» della media nazionale da un punto di vista di emissioni di CO2, mentre il settore terziario veneto si rivela più «energivoro» della media nazionale in quanto responsabile del 21% dei consumi finali regionali a fronte di una media nazionale del 17%. Lo studio evidenzia che è possibile ridurre la spesa energetica complessiva delle imprese di 4,6 miliardi di euro, diminuendo al contempo le emissioni di 11,3 milioni di tonnellate di CO2 in 15 anni grazie all’autoproduzione e a interventi di efficientamento energetico.
“Edison – ha dichiarato l’Amministratore Delegato, Nicola Monti – è protagonista della transizione energetica italiana e intende esserlo anche attraverso le risorse e competenze che mette a servizio del Paese e delle sue imprese. Oggi siamo presenti a questo evento in Veneto perché crediamo molto in questa regione e nelle potenzialità del suo settore produttivo: portiamo la nostra esperienza nella produzione di energia sostenibile e nei servizi di efficienza energetica per accompagnare gli attori regionali sia del settore pubblico che privato nei loro percorsi di sviluppo, aiutandoli a sprigionare le loro potenzialità in linea con gli obiettivi climatici ed ambientali, oggi imprescindibili”.
“Come evidenzia lo studio promosso da Edison, il nostro territorio dimostra di essere virtuoso per quanto riguarda l’efficientamento energetico e il percorso verso la decarbonizzazione. Un risultato legato anche alla presenza di grandi aziende che fungono da fucina di innovazione tecnologica e hub di best practices – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese –. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione ingenti risorse per raggiungere gli obiettivi globali ed europei al 2030 e 2050. Gli investimenti, tuttavia, non bastano se non sono accompagnati da una massiccia opera di sburocratizzazione. Bisogna snellire gli iter per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie”.
“La transizione energetica è per noi un processo strategico di svolta – ha dichiarato il Vicepresidente di Assindustria Venetocentro per le Politiche Industriali, Filippo Pancolini – non solo per accrescere la competitività, ma per raggiungere uno sviluppo industriale sostenibile in linea con gli obiettivi Europei di neutralità climatica. Il sistema imprenditoriale veneto è già leader in Europa, per risultati, su decarbonizzazione, circolarità dell’economia e certificazioni; ai vertici in Italia, per investimenti, sull'efficienza energetica dei processi industriali. Sono investimenti e risorse fondamentali per il loro positivo impatto su PIL, occupazione e ambiente, ma prima di tutto dovuti alle generazioni future per garantire un Paese sempre più sostenibile. Siamo pronti a migliorare ancora le performance. Ma chiediamo anche iter autorizzativi efficienti e semplificati su tutti i dossier di transizione ecologica”.
Il Politecnico di Milano stima che gli obiettivi fissati nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima comportino per la Regione Veneto una riduzione dei consumi energetici al 2030 pari a circa il 4,7% dei consumi attuali (circa 454mila Tonnellate equivalenti di petrolio). Per il settore industriale si prevede una riduzione dei consumi del 4% (pari a 87,3mila Tonnellate equivalenti di petrolio); maggiormente rilevante il contributo del settore terziario: al 2030 la riduzione dei consumi è stimata al 5,5% (pari a 119,5mila Tonnellate equivalenti di petrolio).
Tali obiettivi comporteranno nel decennio 2021 – 2030 investimenti in efficienza energetica di 3,8 miliardi euro nel settore terziario e 819 milioni euro nel settore industriale, che consentiranno rispettivamente risparmi in bolletta pari a 2,9 miliardi euro e 1,7 miliardi euro, oltre ad una riduzione delle emissioni annue di quasi 660.000 tonnellate CO2 – equivalenti all’eliminazione dalla circolazione ogni anno di circa 373.000 auto -.
Investimenti – è stato evidenziato durante l’incontro – che non saranno coperti solamente tramite iniziative private, ma anche attraverso l’accesso a fondi specifici europei e nazionali (ad esempio l'iniziativa NextGenerationEU e il PNRR).
Tra il 2015 e il 2019 gli investimenti in efficienza energetica effettuati in Veneto risultano nel complesso pari a circa 3,5 miliardi euro, con il settore residenziale a fare la parte del leone, avendo fatto registrare investimenti pari a 1,6 miliardi di euro. Gli investimenti del settore industriale veneto, pari a oltre 1,4 miliardi di euro, risultano più che proporzionali al «peso energetico» del settore regionale sul totale nazionale. L’industria veneta è responsabile, infatti, del 9% dei consumi nazionali del settore, mentre gli investimenti in efficienza energetica dell’industria veneta pesano per il 12,7% degli investimenti nazionali. Il settore terziario veneto, che ha investito complessivamente 430 milioni di euro in soluzioni di efficienza energetica nel quinquennio 2015 -2019, fa invece registrare un gap negativo tra quello che è il «peso energetico» del settore regionale e la relativa propensione agli investimenti in efficienza energetica.
Se si prende in considerazione come indicatore il rapporto tra il valore aggiunto prodotto ed i consumi energetici dei settori esaminati dallo studio del PoliMi, il Veneto presenta per il settore industriale un valore migliore rispetto alla media nazionale in quanto per ogni migliaia di Tonnellate Equivalenti di Petrolio destinata alla produzione, viene generato valore aggiunto per quasi 17 milioni euro, contro i circa 11 milioni della media nazionale.
Complessivamente, dunque il Veneto si presenta come una regione virtuosa, che ha già realizzato importanti interventi di efficientamento energetico e di decarbonizzazione, in particolare nel settore industriale e potrebbe consolidare ulteriormente i percorsi di efficientamento avviati rendendo le imprese del settore industriale e terziario del territorio più competitive e meno impattanti a livello ambientale grazie a autoproduzione di energia, efficientamento energetico, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi.
Al webinar sono intervenuti il presidente del MIP Politecnico di Milano Graduate School, Vittorio Chiesa, e il vicepresidente della Fondazione Edison Marco Fortis che ha ricordato che Il Veneto ha un ruolo trainante nell’economia del Nord Est e dell’Italia intera, generando nel 2019 oltre 165 miliardi di Prodotto interno lordo, con una quota pari al 40% sul Pil nordorientale e del 9,2% sul Pil nazionale. Quanto alla composizione settoriale del valore aggiunto, il Veneto si caratterizza per un peso dell’industria pari a 46 miliardi di euro nel 2019, superiore alla media nazionale; è tuttavia il settore dei servizi (grazie soprattutto all’alloggio e alla ristorazione), a generare oltre i 2/3 del valore aggiunto regionale, per un valore pari a 98,1 miliardi di euro; vi è infine il settore agricolo che vale 2,9 miliardi.
All’incontro la Professoressa del Dipartimento Ingegneria Industriale dell’Università di Padova Giovanna Cavazzini ha illustrato due linee di finanziamento considerate di più immediato interesse per le industrie venete: Horizon Europe e Innovation Fund nel contesto del programma "SET Plan" (Strategic Energy Technology Plan | Energy) della Comunità Europea che rappresenta il punto di riferimento chiave per ogni iniziativa di ricerca ed innovazione e stabilisce gli obiettivi per poter completare entro il 2050 la transizione energetica, identificando per ogni settore obiettivi da raggiungere nel prossimo decennio e indicando la strada per l’innovazione nell’ambito tecnologico e dell’efficienza energetica.
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