Oggi si parla tanto di smart home, dell’abitazione intelligente che non è più la casa del futuro, ma la casa che viviamo ogni giorno, migliorata dalla tecnologia, dal web, dall’Internet of Things. Ma l’innovazione ha radici lontane. Radici che risalgono al 1930, con la realizzazione della Casa Elettrica.
La Casa Elettrica, ispirata da Gio Ponti e realizzata dal Gruppo 7 insieme alla società elettrica Edison, viene costruita in occasione della IV Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative ed Industriali Moderne, tenutasi a Monza nel 1930. È un’abitazione dal design moderno, realizzata secondo i principi dell’architettura razionale: le linee sono semplici, le pareti quasi scompaiono e le finestre si trasformano in grandi quadri luminosi. Gli spazi interni sono organizzati in modo da ottimizzare tempo ed energia, oltre a tutte le attività che si svolgono all’interno della casa. In cucina, per esempio, la disposizione degli arredi e degli elettrodomestici (molti dei quali - come l’aspirapolvere, il forno elettrico, la macchina da caffè - erano pressoché sconosciuti a quei tempi) è progettata in modo da adattarsi alle azioni e ai movimenti di chi interagisce con quello spazio.
La Casa Elettrica ebbe vita breve (venne smantellata al termine della IV Triennale) ma il suo impatto simbolico resta forte: questa smart home degli anni 30 si affermerà, infatti, come il modello a cui guarderanno le abitazioni del tempo.
I principi su cui si basa la Casa Elettrica - razionalità, efficienza ed elettrificazione - continuano a vivere nella filosofia contemporanea: la casa è ancora il luogo prediletto in cui sperimentare nuove tecnologie e applicare soluzioni innovative.
Perché una casa non è semplicemente il posto dove si vive, ma è il luogo dove l’innovazione sostenibile ha le sue radici, per crescere sempre più forte.