Giovane e con un futuro luminoso nel campo della sostenibilità. La startup Windcity fa incetta di premi e riconoscimenti: l’ultimo, in ordine di tempo, è il Next energy. Un voucher di 50mila euro che Tommaso Morbiato, Founder, CEO e Responsabile ricerca e sviluppo dell’azienda, potrà usare con il suo staff in servizi di accelerazione.

 

Morbiato, qual è il segreto di Windcity?

 

Le turbine V-stream a geometria variabile passiva per ottimizzare la produzione di energia da risorse naturali, come acqua e vento. Con lo sviluppo della nostra nuova tecnologia, infatti, abbiamo accettato la sfida di aumentare in modo consistente l’efficienza delle macchine a fluido che operano con le fonti alternative.

 

Ribadite così un concetto: le macchine devono adattarsi alla forma della Natura, e non il contrario.

 

Assolutamente sì. La nostra è l’unica macchina che non ha una singola curva di coppia ma un’intera famiglia e si porta da sola su quella più conveniente, in un dialogo naturale continuo con la Natura.

Oggi la variabilità della risorsa naturale pesa in modo determinante sulla produzione energetica: più produzione significherà offrire un’alternativa realistica al mercato del mix fossile, e di tutte le fonti energetiche convenzionali.

 

In questo contesto, in che modo diventa protagonista attivo il consumatore finale?


Il suo ruolo è fondamentale, ecco perché è importante curare tutta la filiera della sostenibilità. Non è più consumatore di energia ma si parla di prosumer/prosumatore, ovvero produttore e consumatore. In sostanza sei contemporaneamente un consumatore di beni o servizi e partecipi alla creazione degli stessi.

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Eolico, ma non solo. Oltre a Windcity c’è Watercity.

 

Sì, abbiamo sviluppato un nuovo concetto di conversione energetica ecosostenibile, che si adatta alla forma naturale delle correnti per la massima produzione.

 

Per chiudere, dove vuole arrivare Windcity?

 

Noi intendiamo offrire ai clienti non un oggetto a scatola chiusa, ma una turbina che possa interfacciarsi con le variabili. Stiamo lavorando sull’open innovation e su soluzioni che si spacchettano, più customizzate. Ci stiamo impegnando anche sul lato comfort e sicurezza dell’utente: ad esempio, se una turbina si può mettere sul tetto è necessario prevedere un collegamento anti vibrazione. Non siamo ancora arrivati al cliente finale, che è quello più indifeso, ma siamo impegnati in progetti pilota con grandi aziende corporate.