Musa di poeti, autostrada di sognatori, meta di vacanzieri. Oltre questo, oggi più che mai, il mare è una promettente fonte primaria di energie rinnovabili. Crescono, infatti, le strategie di sviluppo e investimenti legati a tecnologie d’avanguardia nel settore della Blue Energy.
Obiettivo: produrre energia sfruttando il potenziale di onde, vento, correnti e alghe, ma anche dei gradienti termici e di salinità.
E se il Nord Europa produce attualmente il 90 per cento delle energie marine, i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo si stanno rimboccando le maniche per colmare il divario in ottica decarbonizzazione.
L’Italia è in prima linea nel progetto Maestrale, co-finanziato con 2,4 milioni di euro dall’Ue nell’ambito del programma Interreg Med. L’Isola del Giglio, in Toscana, sarà il primo laboratorio di Maestrale e potrebbe assurgere a modello di sviluppo sostenibile grazie all’utilizzo di un’ampia gamma di tecnologie: turbine che sfruttano l'energia delle onde, pompe di calore, trasformazione delle biomasse.
Intanto nei Paesi coinvolti dal programma comunitario vanno avanti i Blue Energy Lab: una capillare rete di incontri per condividere conoscenze ed esperienze, che serviranno poi a elaborare progetti di impianti alimentati da energie blu e a fornire dati sulle condizioni necessarie per la funzionalità dell’impianto, nel rispetto degli ecosistemi marini e del paesaggio. Determinanti, in questo processo, sarà la consapevolezza delle comunità e le capacità di innovazione e competitività. Pulita, sicura, rinnovabile e partecipata: l’energia del futuro è sempre più blu.