Un mondo senza plastica è possibile? A quanto pare, sì. È l’obiettivo di enti, istituzioni e aziende che stanno aderendo in maniera sempre più massiccia a iniziative “plastic free”. 

Un mondo plastic free è possibile 

Il modello di riferimento è rappresentato dalle Isole Tremiti: il sindaco, Antonio Fentini, ha infatti firmato un’ordinanza con cui vieta l’utilizzo di stoviglie di plastica e consente solo contenitori biodegradabili. Il suo esempio ha fatto scuola: da Lampedusa e Linosa a Pollica, si sono susseguiti i provvedimenti che vietano la vendita e l’utilizzo di contenitori e stoviglie monouso non biodegradabili, oppure quelli che impongono alle attività ristorative del territorio il divieto di uso di materiali plastici non compostabili. 

Oltre alle istituzioni, però, ci sono anche le aziende. 
 
Qualche esempio: Ikea ha annunciato da un lato l’eliminazione, entro il 2020, di tutta la plastica monouso presente nei suoi prodotti venduti in tutto il mondo, dall’altro il ripensamento delle sue produzioni secondo i principi dell’economia circolare, con l’obiettivo di utilizzare solo energia rinnovabile e materiali riciclati entro il 2030.  

L’Hilton eliminerà le cannucce di plastica dai suoi 650 hotel entro la fine del 2018. Lidl Italia ha annunciato la riduzione del 20% dell’utilizzo di plastica entro il 2025 e si è posta l’obiettivo, entro la fine del 2019, di eliminare dagli scaffali degli oltre 600 punti vendita i prodotti monouso in plastica come bicchieri, piatti e posate. 

Altre aziende sono pronte ad agire, anche sotto la spinta della mobilitazione firmata Greenpeace. L’Ong ambientalista ha lanciato una petizione per chiedere ai grandi gruppi dell’alimentare e dei detersivi di smettere di usare imballaggi di plastica monouso, che in gran parte non vengono riciclati e finiscono per inquinare l’ambiente. “Chiediamo alle grandi aziende come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Starbucks, Procter&Gamble e McDonald’s di prendere le distanze dalla plastica usa-e-getta”.