Edison Open 4Expo ospita l'ecofemminista Bina Agarwal
Milano, 19 ottobre 2015 – Fondare nuove regole per un’economia più efficiente che ponga donne e uomini sul medesimo piano. È questa la sfida che si devono prefiggere le nuove generazioni secondo Bina Agarwal, professoressa dello Sviluppo Economico e Ambientale all’Università di Manchester, ospite oggi di Edison Open 4Expo in una conferenza dal titolo “Istituzioni, proprietà e disuguaglianza di genere”.
Secondo la professoressa Agarwal le istituzioni (ossia, l’insieme di leggi e convenzioni che regolano la società) “sono profondamente ingiuste, perché nascondono un lato oscuro che discrimina il genere femminile”, soprattutto quando si tratta di diritti di proprietà e di reddito. Questa macchia che si riscontra nelle norme sociali è variamente diffusa alle diverse latitudini: dai paesi occidentali, dove non sempre le donne hanno un salario uguale a quello degli uomini, ai paesi africani o del Sud-Est Asiatico, dove il genere femminile è confinato ai lavori domestici e raramente, anche quando lavora, può vantare il diritto al possesso di beni.
Le disuguaglianze sono ben documentabili, ad esempio, anche nelle zone rurali dell’Asia Meridionale dove, in genere, le donne lavorano più ore rispetto agli uomini e i compiti tra i due sessi sono rigidamente divisi: le mogli si occupano delle faccende domestiche, di cucinare e raccogliere i foraggi, mentre gli uomini costruiscono attrezzi agricoli e godono di una maggiore libertà di movimento. L’effetto evidente di buona parte di queste norme comportamentali è di minare la partecipazione delle donne alla vita pubblica, relegandole a un ruolo subalterno rispetto ai politici uomini. Ma a ben guardare secondo Agarwal, dietro le disuguaglianze di genere si nascondono anche molte inefficienze dell’economia.
La tesi di fondo della professoressa è che le donne nei paesi in via sviluppo, proprio in virtù del loro stretto legame con la terra e i mezzi di sussistenza, possono difendere con più convinzione le risorse naturali (posizione nota col termine di ecofemminismo). Gli uomini al contrario sono maggiormente integrati al mercato e dunque maggiormente compromessi. Nella lettura di Agarwal, dunque, il rafforzamento del potere negoziatore delle donne nei confronti degli uomini, aldilà di una maggiore equità sociale, porterebbe una maggiore tutela ambientale e delle risorse comuni, avendo tra i suoi effetti anche quello di ridistribuire la ricchezza.
Bina Agarwal si è formata all’Università di New Dehli, in India, dove è nata. Oltre a insegnare all’Università di Manchester, è presidente della Società Internazionale per le economie ecologiche. Strenua femminista, ha concentrato i suoi studi sulle disuguaglianze di genere, i paesi in via di sviluppo, i mezzi di sussistenza e i diritti di proprietà. Nel 2010 il Global Development and Environment Institute le ha conferito il premio Leontief per i contributi che i suoi studi hanno dato allo sviluppo sostenibile e al benessere delle comunità rurali.
L’incontro con Bina Agarwal è l’ultimo che Edison Open 4Expo dedica ai grandi economisti del nostro secolo. Da maggio a oggi a Palazzo Edison si sono succeduti il premio Nobel Amartya Sen, che ha trattato il tema delle carestie e della sicurezza alimentare; Michael Landesmann, esperto di integrazione economica tra Est e Ovest; Jackie Krafft, ricercatrice del prestigioso Centre National de la Recherche Scientifique (il maggior istituto pubblico di ricerca francese) che ha illustrato come le Pmi possono diventare aziende ad alto tasso di crescita; Joel Mokyr, storico dell’Economia alla Norwestern University di Chicago, che ha tenuto un seminario sulla forza dirompente della tecnologia; e Paul Allan David che ha evidenziato i rischi che le nostre economie e i nostri ecosistemi stanno correndo per effetto dei cambiamenti climatici.
Edison Open 4EXPO è il ricco calendario di eventi con cui la società energetica apre le porte alle menti più brillanti di questo secolo, per costruire insieme un Charter dell’Innovazione da lasciare come eredità al nostro Paese e alle sue istituzioni dopo l’Esposizione Universale. Premi Nobel, economisti prestigiosi, scienziati, i più noti opinionisti, artisti italiani ed internazionali, ma soprattutto giovani ricercatori, startupper e maker si confrontano durante i 6 mesi di Expo nella sede storica di Foro Bonaparte, all’Edison Open Garden Triennale e alla Rotonda della Besana per costruire insieme il dopo Expo 2015. A chiudere il programma il 7 novembre sarà la direttrice del Cern Fabiola Gianotti, simbolo dell’eccellenza italiana nella ricerca.
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Edison è tra i principali operatori in Italia ed Europa nell’approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica e idrocarburi. Con i suoi 130 anni di storia, Edison ha contribuito all’elettrificazione e allo sviluppo del Paese. Oggi opera in 10 paesi nel mondo in Europa, Africa, Medio Oriente e Sud America, impiegando 3.000 persone. Nel settore elettrico Edison può contare su un parco impianti per una potenza complessiva di 7.700 MW. Nel 2014 Edison ha prodotto 17,6 TWh coprendo una quota di mercato pari al 6,7%. Nel settore degli upstream, la società può contare su riserve di idrocarburi per 347 milioni di barili d’olio equivalente. Il portafoglio di approvvigionamento gas di Edison è invece pari a 13,2 miliardi di metri cubi.
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