Al via la mostra archeologica al museo delle antichità di Alessandria d'Egitto con Edison

Nuova mostra permanente ad Alessandria.

Alla presenza dell'Ambasciatore d'Italia in Egitto Claudio Pacifico è stata inaugurata presso il Museo delle Antichità di Alessandria la mostra permanente degli importanti reperti archeologici rinvenuti sull'Isola di Nelson da parte dell'équipe del Prof. Paolo Gallo – Docente di Egittologia all'Università degli Studi di Torino e Direttore della missione archeologica CMAIA con sede ad Alessandria.

La mostra è resa possibile grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri, dell’Istituto Italiano di Cultura del Cairo e di Edison che ha attività di esplorazione e produzione di idrocarburi nell’off shore di Abuqir.

La missione italiana, impegnata in un intenso lavoro di scavo sin dal 1997, ha infatti portato alla luce, sulla cosiddetta "Isola di Nelson" nella zona di Abuqir, il solo insediamento intatto di coloni greci giunti in Egitto al seguito di Alessandro Magno.  Il sito fu fondato per dar vita ad un insediamento permanente, come rivelano i grandi edifici pubblici (enormi cisterne per la raccolta dell'acqua, un tempio, le mura difensive), ma dopo qualche decennio fu invece abbandonato frettolosamente, come suggerisce la presenza massiccia di oggetti di uso quotidiano lasciati nelle case (vasi, proiettili, telai, etc). Sotto le case d’epoca greca, la missione CMAIA ha portato alla luce anche una necropoli più antica. Si tratta della sola necropoli d’epoca faraonica tarda (XXVI-XXX dinastia) nota finora sulla costa alessandrina.

I reperti più significativi sono esposti in due ampie vetrine, contenenti la ricostruzione dei due diversi contesti emersi dagli scavi della missione italiana: da un lato, cioè, quello di un'abitazione greca, databile tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C., con tutte le sue suppellettili; dall'altro, quello delle sepolture tardo faraoniche, con i vari corredi funerari. L'esposizione quindi non si limita a mettere in mostra ritrovamenti archeologici corredati da una didascalia esplicativa, ma consente al visitatore, attraverso la riproposizione di due ambienti tipo, la lettura dei reperti lungo un duplice percorso: quello che ne illustra il contesto di provenienza e quello, invece, che ne indica la funzione. Ogni oggetto pertanto è direttamente leggibile non solo dal pubblico degli studiosi, ma anche utilmente da quello dei non addetti ai lavori. La mostra permanente, collocata in speciali vetrine frutto della più avanzata tecnologia, è ospitata in una nuova sala del Museum of Antiquities della Bibliotheca Alexandrina.

La musealizzazione dei materiali più pregnanti provenienti dagli scavi della missione CMAIA sull'isola di Nelson, oltre a promuovere la conoscenza delle ultime necropoli faraoniche e dei primi insediamenti greci al seguito di Alessandro Magno, offre un’ulteriore l’occasione per celebrare adeguatamente il fondamentale contributo che gli studiosi italiani hanno dato alla nascita e al successivo sviluppo dell'archeologia greco-romana nella zona di Alessandria in oltre un secolo di attività. Risale infatti al 1892, la fondazione del Museo Greco-Romano d'Alessandria per opera dell'italiano Giuseppe Botti, e l’avvio degli scavi  da lui condotti nella necropoli di Kōmesh-Shugāfah; data poi a quattro anni dopo, al 1896, l’inizio della sua opera di scavo nei pressi della cosiddetta Colonna di Pompeo, sotto la quale venne alla luce il Serapeo. Un altro eminente italiano, l’egittologo e papirologo Evaristo Breccia, gli succede nella direzione del Museo Greco-Romano per ben 28 anni,  dal 1904 al 1932, mentre conduce peraltro una incessante attività di scavo ad Alessandria ed in altre zone in Egitto che si protrae fruttuosamente per  circa trentacinque anni. Su tutti si impone, probabilmente, nel corso del XX secolo, la possente figura di Achille Adriani. Con la sua l'immensa produzione scientifica, ed in particolare con il Repertorio d'Arte dell'Egitto Greco-Romano, la cui prima pubblicazione risale al 1961, questo brillante studioso ha offerto un contributo di ineguagliato valore alla conoscenza dell'arte alessandrina. La presenza italiana ad Alessandria, nell'ambito dell’archeologia, degli studi alessandrini e del periodo greco-romano, è stata quindi sempre concreta e attiva ed ha dato, e continua a dare, risultati rilevanti e frutti sostanziosi. 

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