Edison: con “sportivi dentro" la pallavolo entra nel carcere di opera
Mauro Berruto osservatore d’eccezione di “Sportivi Dentro”, l’iniziativa che Edison rivolge ai detenuti del penitenziario di massima sicurezza di Opera per la rieducazione attraverso lo sport.
Sono Aspromonte Volley e Sound Volley le squadre protagoniste di Sportivi Dentro, il primo quadrangolare di pallavolo promosso da Edison per i detenuti della Casa di Reclusione di Opera. Dietro i cancelli del carcere di massima sicurezza 16 detenuti hanno sfidato due squadre ospiti, UISP Volley e Visitors Volley, mettendo a frutto 9 mesi di allenamento con i preparatori specializzati nell’attività sportiva all’interno dei penitenziari. La tattica di gioco è stata valutata oggi da un osservatore d’eccezione: il nuovo allenatore della Nazionale Maschile di pallavolo, Mauro Berruto, che ha iniziato la sua attività alla guida degli Azzurri con una entusiasmante serie di 6 vittorie consecutive in World League.
Il progetto ha interessato 25 detenuti comuni di età compresa fra i 23 e i 57 anni e con almeno due anni di pena ancora da scontare. Al torneo hanno partecipato solo i reclusi che nelle 200 ore di formazione hanno dimostrato di aver appreso i valori che stanno alla base non solo del gioco di squadra, ma anche del vivere civile. La buona condotta è precondizione a qualsiasi attività, compresa quella sportiva, che porti il detenuto fuori dalla cella oltre le ore d’aria previste per legge.
Sportivi Dentro è il nome che i detenuti del Carcere di massima sicurezza di Opera hanno scelto per il progetto di Edison dedicato alla riabilitazione attraverso lo sport. Nel penitenziario lo sport diventa strumento per tradurre in energia positiva l’aggressività dei reclusi e ristrutturare in maniera costruttiva i rapporti interpersonali. Grazie all’attività fisica e alla pallavolo i detenuti del penitenziario di Opera hanno imparato e condiviso valori come il rispetto, il sacrificio, l’osservanza delle regole, lo spirito di squadra arricchendo in questo modo il loro percorso di rieducazione in vista del reinserimento sociale. A coordinare l’attività è stata Marina Signorelli, docente di educazione fisica con un’esperienza consolidata nelle carceri, con l’aiuto di due allenatori Claudio Cice e Simone Putignano.
L’iniziativa Sportivi Dentro nasce dall’impegno di Edison in favore del diritto a crescere degli individui e si inserisce nel solco di altri progetti che fanno perno sulla responsabilità sociale dell’azienda come L’ovale al Beccaria che ha portato il rugby dell’ASRugby Milano nell’istituto penale minorile Cesare Beccaria o Essere felici a scuola che, insieme alla Fondazione Sodalitas, punta a prevenire l’insorgere del fenomeno del bullismo negli istituti scolastici. A questi progetti se ne affiancano altri che trovano spazio sul sitowww.edisongeneration.it, il blog pensato per diffondere la cultura della sostenibilità e alimentare il dibattito sul tema.
Con 1.400 detenuti la Casa di Reclusione di Opera è la maggiore delle 225 carceri italiane. Aperta nel 1987 come Casa Circondariale a sostegno del Carcere di San Vittore, è stata presto destinata a ospitare i detenuti con condanna definitiva e dunque trasformata in carcere di massima sicurezza (il nostro Paese ne ospita complessivamente 5). Attualmente raccoglie detenuti comuni, collaboratori di giustizia e criminali che si sono macchiati di reati molto gravi, come quelli legati alla criminalità organizzata.
La struttura ha un’apposita area destinata ai detenuti che si trovano in regime di 41bis, quelli cioè per i quali è previsto l’isolamento. L’istituto si caratterizza per la particolare attenzione che presta alle attività trattamentali e di recupero anche dei detenuti ritenuti pericolosi.
“Lavorare per il reinserimento dei reclusi – dice Andrea Prandi, Direttore delle Relazioni Esterne di Edison - è un’esigenza che non può essere delegata solo al settore pubblico, ma che deve ricevere il dovuto supporto dei privati. Crediamo che lo sport sia lo strumento più efficace per insegnare il rispetto delle regole e far capire che il lavoro di squadra migliora il singolo aprendolo a rapporti positivi con gli altri e favorendone il reinserimento in un tessuto sociale civile. Sportivi Dentro ci offre l’occasione di coniugare la pallavolo, cui siamo tradizionalmente legati perché incarna i nostri stessi valori aziendali, con un impegno sociale in cui crediamo profondamente. Ogni uomo ha diritto di crescere e di contribuire allo sviluppo della società in cui vive. Speriamo di poter coinvolgere un numero sempre maggiore di detenuti e di avvicinarli anche a un altro sport che ben ci rappresenta: il basket”.
“Ho voluto allungare il mio viaggio verso Messina – dice Mario Berruto, allenatore della Nazionale Maschile di Pallavolo - e passare per l’istituto di reclusione di Opera. L’ho fatto con l’orgoglio e la felicità di rappresentare la forza dello sport come linguaggio universale, capace di entrare dovunque, parlare a chiunque e contribuire a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere. L’ho fatto con grande rispetto per chi s’impegna e supporta progetti come Sportivi Dentro sostituendo ai pregiudizi la ricchezza delle differenze.”
“L’attività sportiva -dice Giacinto Siciliano, direttore della Casa di Reclusione di Milano–Opera -, è importante per i detenuti che hanno la possibilità di rimettere in moto il fisico e la mente, in un lavoro di squadra secondo i principi di condivisione, lealtà, correttezza, rispetto delle persone e delle regole che costituiscono la base di ogni percorso di recupero. Un ringraziamento ad Edison che ha creduto in questa possibilità consentendo di riportare la centralità dello sport nella vita quotidiana dell’istituto e l’ampliamento del pacchetto di offerte trattamentali già in atto. Con l’augurio, nel nome dello sport e dell’”energia nuova”, di forme di collaborazione sempre più ampie che riguardino non solo i detenuti ma la struttura e il mondo penitenziario nel suo complesso”.
“Spero che tutte queste cose – ha scritto un detenuto che partecipa al progetto - mi rimangano impresse bene in mente il giorno che uscirò, perché solo così potrò sempre avere la forza di lavorare duramente per far sì che non dovrò mai più combattere con questi posti. Lo spero tanto anche perché sto già buttando via parecchi anni della mia vita e per cosa? Per il potere e per i soldi, ma ne vale la pena?...No!!!”